Rulli di cifre che scattano solide, nitide, precise, minuto per minuto, senza lancette da interpretare, racchiuse da una forma inconfondibile e da un design diventato icona del Made in Italy in tutto il mondo.
Il primo progetto di orologio elettromeccanico a scatto di cifre (Cifra 5) fu ideato da Remigio Solari e sviluppato dall’architetto Gino Valle e ricevette il premio “Compasso d’oro” nel 1956.
Da quel primo prodotto, nacque una vera e propria famiglia di orologi di cui Cifra 3 rappresenta la più alta espressione di sintesi di bellezza e funzionalità.
L’aspetto comunicativo del prodotto è la chiave del successo del suo disegno, un equilibrio perfetto di forma, dimensioni, facilità di visione, rapporto tra caratteri e colore.
Il design di Cifra 3 nasce proprio da tale concezione estetica in cui la forma elementare e immediatamente riconoscibile del cilindro diventa contenitore perfetto per il quadro e per il movimento rotatorio delle palette.
Rigorosamente cifre bianche su fondo nero. Il lettering dei numeri presenta un diverso corpo tipografico per ore e minuti: fu ideato da Massimo Vignelli dello studio Unimark International (Noorda – Vignelli) alla fine degli anni ’60 che utilizzo il font Helvetica con piccole modifiche ottiche.
Ogni immagine scattata ritrae le palette di Cifra 3 sulle 12:58: una scelta precisa, voluta dall’architetto Valle e ancora oggi rispettata in modo che in ogni rappresentazione iconografica gli orologi Solari Lineadesign siano idealmente sincronizzati.
Architetto, designer e pittore, Gino Valle (Udine, 1923-2003) non voleva creare semplici oggetti, ma era interessato al loro rapporto con l’uomo, alla loro forza comunicativa, a come essi modificavano l’ambiente e lo spazio in cui erano collocati.
L’aspetto fondamentale dell’architettura è che definisce un spazio, costruisce un’esperienza percettiva e sensitiva. Esattamente come gli oggetti che Valle ha disegnato.
Valle inizia a collaborare con Solari nel 1954 per il progetto di orologio elettromeccanico a scatto di cifre, Cifra 5 sviluppato con la sorella Nani Valle, John Myer e il grafico Michele Provinciali e premiato con il Compasso d’oro del 1956: 4 palette di 10 numeri per comporre tutte le ore della giornata.
Con l’aiuto dell’inventore belga John Myer, Valle riesce ad ottenere il rullo da 40 palette orizzontali che contiene numeri e lettere (brevettato nel 1966) e alla fine degli anni ‘60 crea Cifra 3, il più piccolo degli orologi a lettura diretta.
Il secondo Compasso d’oro di Valle arriva nel 1962 con il teleindicatore alfa numerico per aeroporti e stazioni ferroviarie “per l’intensità della soluzione progettistica che si risolve in una straordinaria semplicità ed evidenza estetico-segnaletica”.
Installato nel Terminal TWA dell’aeroporto J.F. Kennedy di New York, il teleindicatore di Valle era racchiuso da un inconfondibile guscio ovale disegnate da Eero Saarinen completamente ricoperto da tessere bianche realizzate dai celebri mosaicisti della scuola di Spilimbergo (PN).
Se per Valle il design era il linguaggio degli oggetti, Cifra 3 ne è la massima espressione: segna il tempo e ne racconta l’incessante scorrere attraverso il movimento delle palette.
“Io non faccio oggetti, stabilisco relazioni. Costruisco rapporti e definisco flussi ambientali in termini di tempo, come un prima, un durante ed un dopo.
Non sono tanto gli intrecci che contano quanto la successione di spazi, le relazioni, le trasformazioni, i rituali di transizione.”
Gino Valle
“Non sono mai stato attratto dagli oggetti. Piuttosto mi divertiva l’idea di disegnarli e poi eliminarli, sottrarli ai giochi di stile puntando sul loro aspetto comunicativo. Azzerare tutto, fare cose invisibili, oggetti che potessero essere trovati qua e là, ovvero che io potessi mettere dappertutto.”
La tecnologia del rullo a palette racchiuso nel Cifra 3 ha rivoluzionato il modo di visualizzare il tempo ed è entrato non solo nelle case e negli uffici, ma nelle grandi stazioni, nei luoghi pubblici e negli aeroporti di tutto il mondo.
Il cuore della tecnologia, formato dal motore, dalla parte meccanica e dai rulli di palette, è fissato ad un pannello interno, struttura portante dell’oggetto, mentre la cassa esterna, dall’inconfondibile forma cilindrica disegnata da Valle, è in polimetacrilato trasparente nel quadrante e in termoplastico nella parte posteriore.
Il funzionamento è semplice, perfetto e immutato dal 1966: i periodi della corrente alternata si trasformano in unità di tempo e il motore, sincronizzato con la frequenza di rete, genera il movimento rotatorio di rulli e palette.
Oggi esattamente come 50 anni fa, la perfezione meccanica di Cifra 3 nasce dall’abilità artigianale dell’uomo che assembla le palette a mano, in una specifica sequenza.